Il Tirreno

Grosseto

Storie di prodigi  da Guido da Selvena alla giovane Bettina

Castell’Azzara sembra essere terra di santi e di beati. Due nomi in particolare spiccano fra gli altri: il beato Guido da Selvena e la beata Bettina da Castell’Azzara. Guido fu novizio dell’ordine...

28 maggio 2017
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Castell’Azzara sembra essere terra di santi e di beati.
Due nomi in particolare spiccano fra gli altri: il beato Guido da Selvena e la beata Bettina da Castell’Azzara. Guido fu novizio dell’ordine francescano nel convento del Colombaio di Seggiano e racconta la tradizione che proprio qui gli apparve Gesù Cristo.
Era nato, come racconta lo storico Giovanbattista Vicarelli, intorno al 1220 a Selvena e morì fra il 1287 e il 1288 e proprio nell’antica chiesa di Selvana, demolita nel 1788, c’era un affresco che raccontava la morte di questo beato francescano.
L’altra beata fu Bettina di Castell’Azzara della cui morte a soli 21 anni è testimonianza una lapide funeraria nella chiesa parrocchiale del paese amiatino.
La lapide rammenta che la giovane sopportò in maniera ammirevole lunghi anni di una crudelissima malattia e fu piena di meriti.
Morì nel 1744 e i genitori della ragazza pretesero quella che oggi chiameremo un’autopsia.
Il medico (i documenti esistono e sono riportati dallo stesso Vicarelli) trovò nel cuore della morta, cinque ferite stillanti sangue: questo si racconta.
«Un fatto prodigioso», annotava il medico che portò alla raccolta di reliquie, alla convinzione che Bettina facesse grazie e miracoli. Una delle storie che contribuiscono a rendere Castell’Azzara un territorio interessante dal punto di vista della storia dei santi e dei beati.
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