Il Tirreno

Grosseto

Lo stato dell’arte depredata e umiliata Summit in Amiata

di Fiora Bonelli
Lo stato dell’arte depredata e umiliata Summit in Amiata

Castel del Piano ospita domani il convegno Disiecta Membra Tante, in zona, le opere saccheggiate da uomini e tempo

17 aprile 2012
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CASTEL DEL PIANO. Domani a Palazzo Nerucci a Castel del Piano si parlerà di opere d’arte danneggiate o disperse e delle strategie di recupero e valorizzazione (ore10-13 e 14-17). Un evento che nasce in occasione della 14ª Settimana della Cultura – dal 14 al 22 aprile – in cui il ministero per i Beni e le attività culturali apre le porte dei musei, per nove giorni, su tutto il territorio nazionale.

Per questa occasione, la soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici di Siena e Grosseto, in collaborazione con il Sistema museale Amiata, ha organizzato la giornata del 18 aprile per una riflessione sulla tutela e la salvaguardia del patrimonio culturale soggetto alla dispersione per furti e calamità naturali, dal titolo “Disiecta membra”.

Un seminario che, sebbene non riguardi solo la montagna, trova proprio in Amiata, ricchissima di opere d’arte di grande pregio sottoposte a furti e danneggiamenti, la sua location ideale.

La mappatura delle ruberie e della erosione di opere d’arte su cui, in montagna, non si riesce a intervenire per mancanza di fondi, è lunghissima. Un vero e proprio saccheggio che tocca tutti i paesi del versante grossetano e che si accanisce su opere d’arte di rara bellezza e valore, a cominciare dai più facili a scippare, calici, pissidi e piccoli oggetti sacri.

Tra i furti più clamorosi si rocorda quello sicuramente più eclatante, avvenuto nella notte fra il 15 e 16 luglio 1973 nella chiesa della Madonna della Carità a Seggiano dove furono sottratte sette tele fra cui la Madonna della Porta del cielo, la Madonna del Carmine, Gesù Crocifisso, Santa Caterina d’Alessandria, e nell’agosto del 1979 furono rubati due rilievi di pietra con due leoni.

Nel novembre del 2006, dalla Chiesa plebana di San Martino a Montegiovi, frazione di Castel del Piano, sparisce un quadro secentesco di Santa Caterina, forse della scuola di Francesco Vanni, una pisside con ostie consacrate, alcuni calici e una navetta per bruciare l’incenso. Di recente ancora oggetti sacri.

È di pochi giorni fa la sparizione dalla stessa casa del parroco a Castel del Piano di un calice trecentesco cesellato e con pietre dure. Ma il paese è stato depredato soprattutto di molte Madonnine scolpite nella pietra locale, oggetti di culto popolare amatissimi, fra cui, un anno fa, la targa di Santa Caterina delle Ruote, una maiolica policroma circolare a bassorilievo.

Varie opere d’arte sono sparite dalla Chiesa Maggiore di Roccalbegna e in particolare una piccola statua lignea quattrocentesca, alta una quarantina di centimetri e raffigurante la Madonna, e un quadretto, assai antico e prezioso, “La Pace”, che veniva fatto baciare agli sposi nel momento della promessa di matrimonio. Più fortuna, invece per quattro preziosissime tele dipinte da Sebastiano Folli rubate nel 1982 dalla Chiesa del Crocefisso e ritrovate da un soprintendente che le notò da un antiquario romano che le aveva acquistate a un’asta londinese.

Ma sarebbe lunga soprattutto la lista di opere e strutture erose dalle calamità naturali e degradate. Solo per citare le ultime emergenze segnalate, a Montelaterone, la chiesetta di S. Lucia delle Stiacciaie con infiltrazioni di acqua e tetto pericolante e con affreschi quattrocenteschi che l’acqua sta rovinando. Poi il leggendario convento francescano della S.S. Trinità della Selva di Santa Fiora, che contiene la testa del drago ucciso dal Conte Sforza nel secolo XV, e infine il convento del Colombaio di Seggiano che fu fra i primi eremi francescani, se non il primo, a sorgere in Toscana nel XIII secolo e dove fece il suo noviziato, nel 1400, S. Bernardino da Siena.

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