Il Tirreno

Grosseto

Il ponte nuovo crolla sotto al suo peso

di Fiora Bonelli
Il ponte nuovo crolla sotto al suo peso

Fra Santa Fiora e Castell’Azzara era stato realizzato usando tubi metallici, ma appena finito non ha retto

10 marzo 2014
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SANTA FIORA. È crollato sul suo stesso peso, il ponte, praticamente nuovo, che attraversava il fosso del Rigo, affluente dello Scabbia, i quali torrentelli vanno, poi, a gettarsi nel fiume Fiora. Un ponte ricostruito sulle vestigia del “ponte rotto”, come chiamavano i selvaioli fin dagli anni 50, il vecchissimo ponte crollato e sbriciolato che costituiva l’attraversamento sulla originaria e ormai dismessa strada provinciale che collegava la Fornacina di Santa Fiora a Castell’Azzara. A segnalarci il fatto un nostro lettore, Stefano Battisti, che ci ha ha postato anche delle foto sulla pagina Facebook del Tirreno.

Dunque, l’estate scorsa si era deciso di ricostruirlo proprio nello stesso punto, a segnare il confine fra i comuni di Santa Fiora e Castell’Azzara. I lavori sono stati fatti pochi mesi fa e adesso, a distanza di poco tempo, nuovo di zecca, quel ponte è crollato: «Collassato sotto il suo stesso peso – tuona Federico Balocchi, candidato a sindaco di Santa Fiora e assessore provinciale –. Sarà il caso che d’ora in avanti chi ha sbagliato si assuma le sue responsabilità».

Ma la vicenda del nuovo ponte la conosce benissimo l’ingegner Edo Domenichini, anche lui di Selva che afferma con una battuta: «Metà di quel ponte crollato è mio, la parte santafiorese. L’altra metà è di Castell’Azzara. Ed è mio perché io ho delle proprietà in questa zona e per costruirlo hanno utilizzato terreno mio. Vi passava – spiega –, la vecchia strada provinciale, dismessa e adesso utilizzata solo come strada vicinale. Quel ponte è stata un’opera del tutto inutile. Inutile anche per i cacciatori, perché quel punto di confine non lo potevano oltrepassare le squadre di caccia al cinghiale di due comuni diversi, in quanto ognuna doveva restare nel suo terreno».

02__WEBMa Domenichini è anche contrariato per un altro motivo: «Per costruire questa opera che è precipitata su se stessa a tempo di record, mi hanno abbattuto circa 1000 metri quadrati di bosco ceduo, senza nemmeno chiedermi il permesso. I lavori sono iniziati in estate e io pro bono pacis ho lasciato fare. Nella zona possiedo circa 7 ettari di terreno e ho pensato che alla fine quel ponte avrebbe fatto comodo a qualcuno. E poi ha anche un prezzo. Quell’attraversamento sul fosso Rigo, che costeggia le Solforate e segna il confine comunale è costato la bellezza di 36.000 euro. Per lo meno così si legge nel cartello del cantiere che è ancora lì, riferisce Domenichini. Un’opera inutile anche perchè la sentieristica numero 19, che parte dal convento francescano della Selva, arriva a case Danti e poi a quel ponte, imbocca, evitando il ponte stesso, una vecchia mulattiera, per cui si arriva fino al Canalone. Una strada alternativa, che può benissimo servire a chi va a piedi o a cavallo. E sono questi gli unici soggetti che percorrono la strada».

Domenichini spiega anche perché quel ponte è crollato: «I tubi – dice – sono stati montati con la forma ad uovo, e naturalmente nella parte più piccola il peso è stato eccessivo e il tubo si è richiuso su se stesso». Le modalità di affidamento dei lavori, il soggetto proponente e tutto l’iter seguito per questa pratica saranno spiegati e specificati a breve, non appena avrà ben consultato gli incartamenti, dal vicesindaco di Santa Fiora Alberto Balocchi. «Ma il comune di Santa Fiora questa volta non c’entra niente, di questo sono certo», chiosa il candidato a sindaco Federico Balocchi.

 

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