Il Tirreno

Grosseto

Castell’Azzara, un paese senza giovani

di Fiora Bonelli

La popolazione diminuisce ed è sempre più anziana. Il sindaco Mambrini: «Abbiamo chiuso il nido per mancanza di bimbi»

18 gennaio 2013
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CASTELL’AZZARA. Chiuso il 2012 con il rito del saldo della popolazione, in tutti i comuni è tempo di bilanci. Il piatto, in generale, piange un po’ dappertutto e a Castell’Azzara, piccolo comune del Monte Amiata, il sindaco Marzio Mambrini fa un commento amaro, davanti a numeri che parlano da soli.

Gli abitanti sono rimasti 1561, in calo netto di 47 residenti, rispetto allo scorso anno. «Nati 9 e morti 39, emigrati 47 e immigrati 30, con cittadini al di sopra di 65 anni per quasi il 50%. Il trend della perdita di popolazione è ormai in atto da decenni, dopo la chiusura delle miniere. Castell’Azzara è un paese di anziani - commenta il sindaco - e l’emigrazione riguarda in specie i laureati costretti ad andarsene per mancanza assoluta di posti adeguati di occupazione. Una perdita intellettuale, con cui si bruciano le energie migliori del paese. Stamani, ad esempio, si sposano due giovani laureati, col biglietto pronto per l’Inghilterra. E non per un viaggio di nozze. Emigrano e vanno a lavorare all’estero. E tanti dei nostri ragazzi sono sparsi in tutto il mondo, costretti dalla necessità lavorativa e desiderosi di trovare terreni fertili per le loro energie e i loro talenti».

In questo quadro, a Castell’Azzara cambia anche la domanda dei servizi... «La fotografia della situazione la scatta il fatto che abbiamo chiuso, quest’anno scolastico, l’asilo nido, per insufficienza del numero di bambini. Ma di contro abbiamo ampliato la casa di riposo di Castell’Azzara e ne stiamo costruendo una nuova a Selvena. Non nascono che pochi bambini e in confronto lievita la fascia ultrasessantacinquenne».

E lo scenario lavoro come va? Il consiglio comunale unanime ha chiesto alle istituzioni una presa di posizione coraggiosa al proposito. «Il nostro consiglio ha elaborato di recente un documento molto drammatico - dice Mambrini -, sottolineando la crisi in atto di molte aziende e chiedendo a istituzioni, patronati, sindacati, di attivare un tavolo per fronteggiare la situazione che sta mettendo in ginocchio tanti lavoratori: licenziamenti, cassa integrazione, chiusure. Il nostro documento ha avuto solo la risposta della Cgil che ha dato la disponibilità a partecipare all’eventuale tavolo. Ma sono fortemente amareggiato. Questa è stata l’unica risposta. Dalle istituzioni silenzio assoluto e silenzio assordante anche da sindacati e associazioni di categoria. Mi indigno a toccare con mano che chi è alla guida di questo territorio non voglia aprire gli occhi e restare in preda degli eventi. Come se la crisi terribile che stiamo vivendo, fosse una sorta di evento naturale, come un temporale o una nevicata contro le quali nulla si può. Diciamo che coloro che dovrebbero reagire appaiono disarmati e disarmanti». Una situazione, questa, che riguarda tutti i piccoli comuni e in specie Castell’Azzara. «La mancanza di fondi e la mancanza di un possibile disegno che si proietta nel futuro riguarda tutti i nostri comuni. E se non ci attrezziamo e facciamo fronte comune, credo proprio che sarà difficile sopravvivere. Era ben diversa la situazione di 8 anni fa, quando ho fatto il sindaco per la prima volta. Non si nuotava nell’oro, ma c’era spazio per programmi nuovi e si poteva dare il via a qualche lavoro pubblico importante. Oggi si stanno concludendo i lavori avviati. Di nuove opere è impossibile parlare e questo azzera le nostre speranze».

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