Il Tirreno

Grosseto

Case fantasma, 7mila proprietari on line

di Francesca Ferri
Case fantasma, 7mila proprietari on line

L’Agenzia del Territorio fa pubblicare sui siti dei Comuni i nomi di cittadini e società che non hanno accatastato gli immobili

04 aprile 2012
4 MINUTI DI LETTURA





GROSSETO. Tutti su internet, nomi e cognomi, ragioni sociali e data di nascita, di migliaia di proprietari di immobili che, secondo l’Agenzia del Territorio, non hanno registrato al catasto chi la casa, chi il magazzino, chi il garage, chi altro. Da ieri i nomi di oltre 7mila persone e aziende, enti pubblici e istituzioni religiose grossetani, sono stati scritti negli albi on line dei Comuni della provincia di Grosseto: chiunque può scorrere le liste per vedere se sotto l’occhio indagatore dell’Agenzia sono finite anche le sue proprietà.

La pubblicazione arriva, infatti, a conclusione dell’indagine sui cosiddetti “immobili fantasma” che l’Agenzia ha portato a compimento all’inizio di marzo, dopo aver passato al setaccio tutto il territorio nel primo grande censimento sul campo dei presunti abusi. L’Agenzia ha prima mappato con fotografie aeree le zone “sospette”, individuando, al 31 dicembre 2011, 16.409 particelle da indagare. Dopo una scrematura di oltre 8mila immobili ritenuti non da accatastare, ecco dunque saltar fuori 7.591 fabbricati con rendita, definitiva o presunta, mai accatastati sui quali, di conseguenza, i proprietari non pagano le tasse.

Prima di passare all’azione, però, l’Agenzia del Territorio dà un po’ di tempo ai proprietari per chiedere l’eventuale riesame. Può succedere, ad esempio, che una foto aerea segnali la presenza di un immobile, mentre invece si tratta solo di una banale tettoia che non necessita di essere accatastata.

E, allora, via alla pubblicazione dei nomi dei proprietari. Che, scorrendo le liste, non sono solo privati cittadini. I casi più curiosi sono, manco a dirlo, quelli degli enti pubblici, in particolare di quelli più vicini ai cittadini, i Comuni. L’Agenzia bussa alla porta, ad esempio, al Comune di Castell’Azzara come a quello di Scarlino, il primo cittadino per altro spiega di non aver avuto preavvisi. Sempre in questo ambito, ecco spuntare il nome di Investia, la società che gestisce e amministra per il Comune di Grosseto tutto il patrimonio immobiliare.

Tra le aziende più “familiari” per i cittadini, ecco che compaiono l’Asl 9, per quanto riguarda una proprietà a Massa Marittima, e l’Acquedotto del Fiora, per un bene a Sorano.

Sempre in ambito pubblico, l’Agenzia del Territorio chiede chiarimenti all’Azienda regionale agricola di Alberese e all’amministrazione dei beni di uso civico di Batignano.

Tra i nomi “eccellenti” figurano grosse aziende nazionali: la Telecom, per un bene posseduto a Castell’Azzara, le Ferrovie dello Stato, alle quali l’Agenzia contesta di non aver accatastato beni nel comune di Orbetello, e Enel Green Power, della quale non risultano accatastate 17 particelle di immobili a Monterotondo e una a Montieri.

Non sono esclusi beni di proprietà della Chiesa o riconducibili a enti ecclesiastici: due parrocchie nei comuni di Orbetello e Sorano, istituti di sostentamento del clero. Persino a Nomadelfia, la comunità cattolica alle porte di Grosseto, l’Agenzia ha identificato immobili “sospetti” che, a suo avviso, vanno accatastati.

Decine sono, poi, le imprese private, in primis le società agricole, con una sfilza di nominativi per altrettante proprietà. Non sono escluse nemmeno famose strutture di ricezione turistica, da Gavorrano a Manciano.

Migliaia, infine, i singoli cittadini. Anche a loro, come a enti pubblici e imprese private, l’Agenzia del Territorio contesta immobili o parti di essi, che non sono accatastati. Non si sottraggono alla verifica i cittadini d’origine straniera, soprattutto tedeschi, che possiedono poderi e beni nelle campagne di Maremma e delle colline.

I fascicoli più corposi riguardano i comuni di Grosseto, di Follonica, di Manciano, ma anche Orbetello non è da meno.

Insomma, ce n’è per tutti e tutti sono “in vetrina”. O almeno tutti. Alcuni Comuni ieri non avevano ancora pubblicato gli elenchi (si veda altro articolo in pagina). Di tempo per chiedere un riesame della pratica e scongiurare multe da parte dell’Agenzia, comunque, ce n’è. Gli elenchi rimarranno pubblicati fino al 2 luglio incluso.

A quel punto, chi ritiene di non aver commesso irregolarità e lo può dimostrare (o perché dal 31 gennaio 2011 ad oggi ha provveduto a registrare il suo immobile al catasto, o perché quanto contestato dall’Agenzia in realtà non rientra tra gli immobili da accatastare) può scrivere alla commissione tributaria provinciale per contestare l’accertamento. Per farlo, è sufficiente una domanda in carta semplice.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano
L’inchiesta

Corruzione, le intercettazioni: “barca” e “caviale”, le parole in codice tra Giovanni Toti e Aldo Spinelli