Piazza della chiesa e il vecchio olmo



Nel 1994 fu ristrutturata e inaugurata la piazzetta antistante la chiesa, fu sistemato il muretto di cinta, furono messe a dimora alcune piante e rifatta la pavimentazione, sostituendo l'asfalto che c'era prima con dci mattoncini a forma di lisca di pesce. Noi selvignani, diciamo che ha cambiato aspetto rispetto a prima, che è molto più carina. Un velo di tristezza, però, ci avvolge quando ci ricordiamo che prima in quella piazza, c'era un enorme olmo con il tronco contorto, tarchiato e nodoso, all'ombra del quale nei primi anni del secolo, la gente che usciva dalla messa si radunava per scambiarsi opinioni e combinare affari. Questa è stata una pianta che sicuramente ha visto passare sotto le sue fronde più di cento anni di storia paesana. L'albero, ultimamente, pur colpito da una malattia che l'aveva seccato e privato del suo fogliame, possedeva ancora quell'aspetto monumentale di sempre. Io mi ricordo che da piccoli ci salivamo sopra e ci infilavamo nel tronco cavo, che con il passare degli anni si era formato e che ogni volta che si scendeva la "strettoia", si salivano le "scalette della chiesa" o si veniva dalle "casette" ce lo trovavamo davanti. Oggi che non c'è più, ci accorgiamo che l'olmo era parte integrante della nostra comunità. Al suo posto, vicino al muro che dà sulla casa delle "Zeffere". C'è un monumento ai minatori realizzato dall'Amministrazione Comunale, accanto al quale, da un pò d'anni, l'Associazione Pro Loco, appone una composizione floreale il 4 dicembre (Santa Barbara), in onore di chi ha lavorato in miniera. Alla sua destra, il primo maggio 1995 un gruppo di volenterosi ragazzi vi ha portato dal Morone un vagone che serviva per il trasporto del cinabro. Nella piazza affissa ad un muro della chiesa, si trova una lapide a ricordo dei caduti della guerra. Tale lapide è stata fatta da Nello Ercolani di Montevitozzo, dietro ordinazione dell'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci di Selvena, che riporta la seguente dicitura: Ai prodi compagni caduti nelle guerre Libiche e Italo-Austriaca".

Sotto il bassorilievo troviamo il nome dei caduti: Andrea Fontani, Bruno Ronchini, Cap.le Santi Ruggi, Costantino Ruggi, Giovanni Sargentoni, Pietro Coppi, Cap.le Angelo Ruggi, Luigi Ferrazza, Ezio Sargentoni, Pellegrino Menichetti, Angelo Lazzeri, Antonio Gallina, Guido Giuliani, Pietro Sargentoni, Guido Vasconi, Antonio Travagli e Guido Fontani. Tale lapide fu messa il settembre 1929.

Nel 1957 fu aggiunta una piccola lampada votiva in ferro battuto con la scritta: "Selvena. La classe 1884 ai suoi caduti, 15 Agosto 1957". Per la ricorrenza del 4 novembre, l'Amministrazione Comunale depone una corona d’alloro in commemorazione dei martiri. Negli anni passati la piazza veniva usata per far sostare i "banchi" che accorrevano alla fiera di San Nicola; in seguito vi si sono svolti degli spettacoli come il cabaret di Anna Mazzamauro, qualche concerto di musica da camera o jazz e il cinema all'aperto.

Ogni anno, il 17 gennaio (Sant'Antonio), l'area della piazzetta viene riempita da persone ed animali, in occasione della benedizione di questi ultimi. Oltre a cani e gatti, fanno mostra di sè conigli, anatre, agnelli, caprette e cavalli che vengono spesso abbelliti dai padroni con dei nastri e delle coccarde rosse. Per rispettare le vecchie usanze, alcune persone tutt'ora fanno benedire anche sementi e mangime. Anni fa, venivano coinvolti nella cerimonia, prettamente religiosa, anche i bambini delle elementari e della materna, che si esibivano in poesie, filastrocche e piccole recite, inerenti al mondo degli animali. Con la chiusura delle scuole, avvenuta nel 1997, questo rito è venuto a mancare agli abitanti del paese.

Fonte: Viaggio nei ricordi del nostro paese, Selvena dal 1900 ad oggi di Stefano Fontani