Il beato Guido da Selvena (Stefano Fontani)



Un breve accenno viene dedicato al beato Guido da Selvena, che l'Associazione Pro Loco ha voluto ricordare ritraendolo in un dipinto del palio "Casali Silbina". Il beato, era nato in Selvena intorno al 1220 e aveva vissuto gran parte della sua vita nel convento del Colombaio, presso il paese di Seggiano. Questo convento venne fondato da San Francesco nel 1220 quando ritornava da Viterbo, dove era stato a fare visita al papa Onofrio III. Il beato Guido, si aggregò alla dottrina di San Francesco, trascorrendo una vita piena di mortificazione, di rinuncia, di abnegazione, di fame, per l'amore di tutte le creature, del prossimo e soprattutto dell'Altissimo Onnipotente Buon Signore. Per la sua grande devozione a Dio si narra, che quando il santo uomo era già carico di anni ed infermo, Dio stesso provvide a mandargli un gatto di un'affezione e di un'attaccatura singolari: ogni giorno, strappava al bosco un uccello, così che frate Francesco da Montalcino, lo cucinasse e lo presentasse così preparato al suo compagno. Era in quel tempo l'unico suo cibo. Il giorno stesso in cui il beato morì, anche il gatto spirò ai suoi piedi. La data della morte non è sicura, si può stabilire che sia avvenuta o il 21 aprile 1287 oppure nel 1288. La questione poi della patria d'origine appare superata dagli studi compiuti recentemente da parte di eminenti storici dell'ordine francescano. Il Wadding scriveva la seguente nota: "Anno 1289, n.35 et seguenti b.fr. Guido de Bolsena"; durante poi l'esposizione della vita dello stesso scrive: "Guido de Bolsena aliis Bolsena (quod est Communitatis Sanctae Florae, Marianus, dicit, praesidium)". Anche l'autografo della Cronaca di fra Dionisio Pulinari, reca che il nostro beato sarebbe nato in Solvena. Ma sapendo che Bolsena non è mai appartenuta alla Comunità o Contea di Santa Fiora e che Solvena non esiste, crediamo che le scritture siano state male interpretate; infatti padre Saturnino Moncherini dice chiaramente "Il beato Guido, lui ricordato, è da Selvena non Bolsena, Solvena, Salvena. Solvengo, etc...come erroneamente scrissero alcuni storici come il Wadding". L'Ugurgieri, infine nel suo manoscritto ribadisce: "Il beato Guido da Selvena. villa dello stato di Siena, il quale, o per equivoco o per errore, dal Posignano è scritto da Bolsena e da Salvena poi altrove. Del resto anche nella sua terra e più precisamente nell'antichissima chiesa di Selvena, che sorgeva a ridosso della rocca aldobrandesea di Belvedere, che fu poi demolita nel 1788, non mancò la mano intelligente, che volle affrescare l'atto del trapasso, il momento più bello e più solenne per ogni santo,a ricordo dell'umile frate di San Francesco. Sotto al pulpito, c'era infatti una pittura di m. 1 ,20x0,80 con rappresentate quattro figure vestite da frate, due delle quali in atto di piangere, le altre due in piedi in atto di compassione e di osservazione verso il morto, certo beato Guido da Selvena. Sotto la pittura vi erano le seguenti parole: "B.Guidus Silvenae", di mano recente, mentre l'affresco fu stimato essere di circa due secoli indietro. Queste notizie, provengono dal libro del maestro G.B. Vicarelli "Il beato Guido da Selvena".

Fonte: Viaggio nei ricordi del nostro paese, Selvena dal 1900 ad oggi di Stefano Fontani