673 Giugno— 874 Maggio — Due
atti notarili della badia Amiatina vengono scritti in località
“Silbina” (E. Repetti).
1195 — 27 Aprile — Con
privilegio stipulato ad Ortona Enrico IV riconferma agli Aldobrandeschi
il possesso dei feudi (G.B. Vicarelli).
1209 — 22 Ottobre —
Ildebrandino VIII della famiglia degli Aldobrandeschi, nel suo
testamento dettato in Sovana alla presenza del Vescovo Viviano di
Sovana e di altri testimoni tra cui Umberto Castellano di Selvena,
lascia alla moglie oltre ad altri beni “...mille marche e quello che
posseggo in Siena, e per queste, in pegno, le lascio il mio castello di
Selvena con la sua corte; con le rendite per prima cosa, si devono
svincolare quei gioielli, che furono impegnati in Siena riguardo a
Batignano, quindi trattenga ancora Selvena finche’ non sia giunta al
conseguimento delle, mille marche ...” (F. Schneider).
1216 — 22—29 Ottobre — Atto di
divisione dei beni tra i figli di Ildebrandino VIII (Ildebrandino,
Bonifacio, Guglielmo ed Ildebrandino minore); il castello, le fortezze
possedute dalla famglia Aldobrandeschi, “con la sua corte e distretto”,
fu assegnato ad Ildebrandino IX insieme ai castelli di Aspretolo,
Piancastagnaio, la Penna, Castell’Azzara, Montorio, Vitozza, Pitigliano
ecc, e altre bandite e casali disposti, per la maggior parte, fra il
fiume Fiora e la Francigena, fino a Montalto di Castro (G. Ciacci).
1223 — Morte di Ildebrandino
IX; la quota dei suoi possessi, compreso il castello di Selvena, passa
ai fratelli come stabilito dagli articoli dell'atto divisorio (1216).
1223 — 1233 Il Castello di
Selvena e’ dimora preferita del Conte Guglielmo e dei suoi figli
Omberto, Ildebrandino, Ildebrandesca Gemma e Beatrice; La sicurezza del
luogo arroccato e difeso da solide mure lo preserva da attacchi della
vicina città di Siena (G.B. Vicarelli).
1237 — Il Conte Guglielmo
Aldobrandeschi da conferma, con contratto di rinunciare “ad ogni
ragione, egli avesse avuta contro il Comune ed Uomini di Siena“; Il
comune d'altra parte dovrà lasciarli le Radicondoli, Belforte,
Magliano, Castiglione di Val d'Orcia e Selvena (O. Malavolti)
1238 — Probabile anno di
consacrazione della chiesa, ora non più esistente che si affiancava
alla rocca di Selvena; una pietra incisa a caratteri gotici murata
nella facciata dell'attuale chiesa del paese induce a pensare che la
piccola chiesa del castello fosse costruita per volontà di Tomasia,
moglie del conte Guglielmo Aldobrandeschi. (G.B. Vicarelli)
1240 — Il castello di Selvena
“serve da rifugio ad una banda di fuoriusciti guelfi”. (E. Repetti). La
rocca di Sovana viene posta d’assedio, ponendo il quartier generale
sotto il castello di Selvena e lo schieramento di truppe lungo la riva
sinistra della Fiora. (G.B. Vicarelli).
1241 — 6 Aprile — La resistenza
di Sovana e Selvena dura quasi un anno, in si trova ancora, infatti il
conte Paridolfo di Fasianella si trova ancora in questa data “in mezzo
all’esercito presso Selvena” (G. Ciacci).
1241 — Luglio — Il Consiglio di
San Gimignano delibera il pagamento, dovuto al corriere recatosi a
Selvena, nel mese precedente, per recare a Pandolfo di Fasianella
alcune lettere del Comune. (G. Ciacci).
1242 — 17 Giugno — Pandolfo di
Fasianella ha ancora i suo quartier generale sotto Selvena; ne fa fede
la lettera da lui inviata al giusdicente di Fucecchio: “Actum incastris
in obsidione Selvena die 17 Jiunii ....“. (E. Repetti).
1242 — Pandolfo di Fasianella
imperatore e’ costretto, richiamato dall'imperatore ad abbandonare
l’impresa di Sovana e Selvena. (G.B. Vicarelli).
1242 — Nel medesimo “tempo” il
governo ghibellino di Siena, in seguito alla ribellione di uno dei
conti Aldobrandeschi, invia a Selvena e nelle altre terre di questo
feudo gruppi di soldati “a campo” sotto le rocche. (E. Pepetti).
1243 — Novembre, Dicembre —
Federico II, lasciato l’assedio di Viterbo occupa con le sue truppe
tutta la contea aldobrandesca dall’Amiata a Grosseto comprese le valli
dell’Albegna e della Fiora distruggendo e mettendo a sacco il
territorio. Il cattivo stato dei castelli, in parte distrutti, e lo
stato miserevole dell’intera contea dopo al passaggio degli imperiali,
costringono il papa ad esentare il conte Guglielmo dal pagamento dei
censi, dovuti alla camera Apostolica, per l‘affitto delle terre di
Sant’Anastasio, fino a che queste saranno occupate dagli imperiali.
(G.B. Vicarelli)
1250 — Il Comune di Siena al
fine di indebolire “le forze de’ conti Aldobrandeschi, che si
mostravano nemici.... mandarono il campo a Castiglione di’ Valdorcia, e
a Selvena, ch’eran due terre de medesimi conti’. (D. Malavolti)
1251 — 8 Gennaio —
Sottomissione degli Aldobrandeschi al Comune di Orvieto il quale, a sua
volta, fa loro concessione del possesso delle terre di Sorano, Sovana,
Rocchette di Fazio e Selvena;
1251 — I Senesi prendono
possesso del castello di Selvena e di Castiglion d'Orcia; la conquista
del rimanente territorio della Contea Aldobrandesca si arresta, per
l'accordo che Aldobrandino stipula con la repubblica di Siena;
1251 — Maggio — Definizione del
contatti, tra i conti Aldobrandeschi e la repubblica di Siena a
conferma dei capitoli contenuti nella lega confederazione stipulata nel
1221 e 1237; il conte Aldobrandino promette “di difendere e guardare”
le “terre” (contratto 1237) tra cui Selvena e di non dare ad alcuno
senza licenza loro ..”. Con la riconferma della lega degli
Aldobrandeschi pur di rimanere in possesso delle terre sono costretti a
fare grosse concessioni alla repubblica di Siena. (D. Malavolti )
1259— 1274 — Il territorio
degli Aldobrandeschi comprende globalmente tutta la Marittima risulta
diviso tra Ildebrandino, figlio di Guglielmo, che aveva spostato la sua
residenza da Santa Fiora a Pitigliano giurando fedeltà a Orvieto e al
papato (le sue terre erano tutte poste alla sinistra del fiume Albegna)
e Ildebrandino di Bonifacio, che aveva stabilito la sua residenza a
Santa Fiora appoggiandosi alla ghibellina Siena. (G.B. Vicarelli)
1274 - 21 Dicembre — Le
continue lotte delle due fazioni (guelfa e ghibellina) nate in seno
alla famiglia Aldobrandeschi — anche a causa della promiscuità dei
possessi della contea — si concludono con l‘atto di divisione dei beni
spettanti in parte al conte Ildebrandino, figlio di Guglielmo (contea
di Sovana) e in parte a Ildebrandino, figlio di Bonifacio (contea di
Santa Fiora); a quest’ultimo ramo della famiglia spettano “il castello
di Santa Fiora, Roccastrada, Castiglioni di Val d'orcia, Arcidosso,
Semproniano e Selvena, con le loro corti, uomini, vassalli
giurisdizioni”. Molti altri castelli e distretti vengono anch'essi
ripartiti, insieme e “ragioni” e affitti feudali di altre terre (D.
Malavolti).
— Le miniere di ‘argento di ‘Selvena restano indivise e il “lucro”
diviso fra i conti di Sovana e Santa Fiora”. (E. Repetti).
1274 — 1280 — La Piave di San
Nicola di Selvena e nominata fra le chiese soggette al pagamento delle
decime (libbre XVI) (P. Guidi)
1284 —1286 — Dopo la morte di
Ildebrandino il Rosso conte di Savana (1794) i possessi, passati in
eredità alla di lui figlia Margherita vengono pretesi, anche con le
armi (assedio di Sovana e successivo abbandono da parte degli assediati
ad opera di Guido da Monfort), dagli eredi maschi di Ildebrandino da
Santa Fiora. (G.B. Vicarelli)
1286 —6 Agosto — Le trattative,
ratificate con contratto relativo, si concludono con il cedimento
reciproco di alcuni possessi, tra cui le miniere d'argento di Selvena
che passano completamente alla contea di Santa Fiora (F. Schneider).
1297 — Con la morte del conte
Ildebrandino di Santa Fiora si assiste alla polverizzazione della
proprietà della contea in piccoli possessi assegnati, nella divisione
patrimoniale, sia alle femmine che ai sei figli maschi (F. Schneider)
1297 – 2 Agosto — Atto di divisione dei beni patrimoniali della contea
di Santa Fiora; il documento incompleto e lacunoso non rende chiaro a
quale figlio tra la numerosa prole di Ildebrandino venga attribuito il
castello di Selvena. (F. Schneider)
1297 (dopo il) — Documenti
successivi a questo anno indicano con chiarezza che il castello di
Selvena fu assegnato a Bonifacio II e dopo la sua morte ai figli Pietro
e Jacopo (G.B. Vicarelli).
1329 — Ghinozzo di Fepone degli
Aldobrandeschi signore del Castello di Sassoforte — ceduto ai senesi
per 5.500 , fiorini d'oro in guerra coi conti di S.Fiora, viene
imprigionato in una rocca, presumibilmente di Selvena, dalla quale
fugge rocambolescamente. (Doc. G.B. Vicarelli).
1329 — Morte di Ghinozzo di
Fepone degli Aldobrandeschi imprigionato secondo alcune fonti nella
rocca di Selvena. (G. Barzellotti)
1339— 27 Ottobre I conti Jacopo
Pietro di Santa Fiora, costretti dalle necessità, sottomettono a Siena
anche “la corte - e il distretto di Selvena...” insieme ad altre terre.
(G. Bichi)
1344 — 27 Ottobre — il conte
Pietro di Santa Fiora cede al fratello Jacopo, per il prezzo di
diecimila fiorini Coro, “la meta pro indiviso della terra, castello e
rocca di Selvena, sua corte e territorio... (G. Pecci).
1344 —
18 Novembre — I centotre ”uomini” del castello di Selvena
giurano fedeltà al conte Jacopo di Santa Fiora. (G. Bichi, doc G.B.
Vicarelli)
1346 — Morte dei conte Jacopo
di Santa Fiora. “Presero i senesi l'eredita’ nella quale si conteneva
il Castello, Rocca di Silvena. .“ e altre terre. (D. Malavolti)
1348 — La pestilenza dilaga in
tutta Italia, soprattutto nei grandi centri abitati; (D. Malavolti).
— Il conte Pietro di Santa Fiora vende nuovamente la propria quota del
castello di Selvena a Guido Orsini conte di Sovana; i procuratori del
Comune di Siena, giunti a Selvena per prendere possesso del castello,
trovano la rocca occupata e difesa dagli uomini dell‘Orsini. (G.
Fabriziani).
1356 — 21 Giugno — Il Comune di
Siena, nonostante che il castello di Selvena fosse stato preso dagli
Orsini, lo assegna in feudo a Ranieri di Bussa da Vitozza dei Baschi
“con obbligo ogni 29 anni di rinnovare le scritture...” (G.A. Pecci)
“... e custodire questo castello con tutte le sue ragioni ...” (G.B.
Vicarelli)
1356 — Ranieri di Bussa riesce
ad impossessarsi dopo aspre lotte del castello di Selvena dopo aspre
lotte; l'intervento cardinale Albornoz seda momentaneamente il dissidio
tra Baschi e Orsini;
— Il feudo di Selvena viene riconosciuto come emanazione del patrimonio
di San Pietro; il pagamento del censo (3 fiorini d’oro) e’ dovuto alla
Camera Apostolica.(G.B. Vicarelli)
— La famiglia dei Baschi stipula un patto con la repubblica di Siena
sottomettendo le terre e i castelli (D. Malavolti).
— I dissidi, tra gli Orsini della contea di Pitigliano, gli
Aldobrandeschi di Santa Fiora e i Baschi — che avevano consolidato il
loro potere verso l’alta valle del Fiora occupando la valle del Paglia
fino a Castell’Azzara fanno di questi un succedersi di tregue e patti
che si alternano a sanguinose lotte, in cui Siena, interessata a
difendere i propri interessi, si muove facendo da pacere tramite i suoi
commissari e procuratori. (D. Malavolti)
1370 — Morte di Panieri di
Bussa da Vitozzo; gli succede il figlio Francesco che e’ costretto a
difendere la proprietà del feudo di Selvena dai conti di Santa Fiora
che ne pretendono il possesso; essi tempo dopo conquisteranno non solo
il castello di Selvena da cui vengono cacciati i Baschi con l‘aiuto
della stessa popolazione - ma anche quelli di Arcidosso e della
Marsiliana. (G.B. Vicarelli).
1372 Gennaio — Dopo due anni di
lotte tra Baschi ed Aldobrandeschi, il consiglio generale senese nomina
alcuni delegati al fine di riprendere possesso del castello di Selvena
e provvedere a difenderlo. (Doc. G.B. Vicarelli)
1372 - 21 Febbraio — Patto di
tregua tra Francesco della famiglia dei Baschi — affittuario di Selvena
e i conti di Santa Fiora — che ne rivendicano la proprietà.
La “pace” tra le due famiglie, legate tra loro da stretti legami di
parentela e di interessi, si fa in Perugia alla presenza del cardinale
Filippo di Sabina il quale riconferma infeudato il castello di Selvena
— appartenente al patrimonio di San Pietro — secondo le clausole
stabilite con Ranieri dei Baschi nel 1356. (Doc. G.B.Vicarelli)
1417 – 24 Aprile — Dopo la
capitolazione degli Orsini alla Repubblica di Siena, i procuratori
dello, stato ricevono sotto le loro “protezione, sottomissione e
dominio... la terra di Pitigliano, Sorano e Selvena della diocesi di
Sovana” (V. cronologia anno 1348 e 1356). (G. Richi, G.B.Vicarelli).
1439 – Matrimonio di Cecilia
degli Aldobrandeschi di Santa Fiora con Bosio, governatore di Orvieto
(1430) per volontà di Martino V, e figlio del capitano di Ventura Muzio
Attendolo Sforza da Cotignola. (G.B.Vicarelli)
1443 — (prima del) —Giovanna,
secondogenita di Guido Aldobrandeschi di Santa Fiora, si unisce in
matrimonio con Rinaldo di Muzio Attendolo Sforza e poco dopo in seconde
nozze con il conte Galeazzo d’Arco di Trento che insieme ai cognato
Bosio regge la contea fino al 1469. (N. Ratti e G.B. Vicarelli)
1455 Maggio — L’esercito del
capitano di ventura Jacopo Piccinino, composta di tremila fanti e mille
uomini a cavallo, proveniente dal castello di Cetona, si insedia nel
territorio di Sorano da dove muove dilagando nel territorio e lasciando
sul proprio cammino distruzione e morte. (D. Malavolti). Un particolare
accanimento viene riservato alle terre della contea di Santa Fiora; è
in questa occasione che il castello di Selvena viene messo a sacco ed
incendiato; i danni arrecati sono irreparabili: crollo di una parte
della struttura di coronamento del cassero volte; volte e solai di
alcuni organismi annessi. (G.B. Vicarelli)
1449 — 1461 — A partire, con la
morte della secondogenita del conte Guido, Giovanna, hanno inizio le
rinunce formali— da parte del conte Galeazzo D'Arco e delle eredi
femminili - ai possessi sulla contea di Santa Fiora a favore di Guido,
primogenito di Bosio di Muzio Attendolo Sforza (in parte dovute
all'intervento del duca di Milano, Francesco, fratello di Bosio). (G.B.
Vicarelli)
1501 — La Rocca di Selvena,
distrutta quasi completamente nel 1455, dovette essere restaurata
aggiungendo sul lato nord del fortilizio alcune strutture: infatti “nel
1501 trovasi che era guardata da un castellano stipendiato a nome
Manno”. (A. Pecci)
1508 — 1517 — Il feudo di Santa
Fiora è retto da Federico Sforza. (G. Caciagli)
1510 — 26 Ottobre — In alcuni
privilegi rilasciati dal conte Federico Sforza ai sudditi di Santa
Fiora, Selvena appare insieme a Cellena in qualità di tenuta.
(G.B.Vicarelli)
1555 — 8 Maggio — 30 Settembre
— Operazioni militari in Valdichiana, Maremma e Valdorcia, e conquista
di Port’Ercole. (R. Cantagalli)
1555 — Gli Sforzeschi coinvolti
nelle lotte degli eventi bellici si schierano dalla parte imperiale; la
contea risulta sufficientemente difesa anche per la volontà del conte
di Santa Fiora, che mostra preoccupazione a che “li luoghi di detto
stato si guardino dai francesi..., et in particolare Scansano, Selvena
et Proceno ...”; la missiva continua ricordando Santa Fiora, la cui
rocca come quelle dei luoghi suddetti, “...debbino avere considerazione
di far vitturagliare et munire...” facendo arrivare da Roma “polvere,
corda, piombo et cose simili da monitione ...”. (A. Cappelli)
1555 — Ottobre — Cornelio
Bentivoglio, schierato negli eventi bellici con i francesi, occupa i
castelli di Castellottieri, Montorio, CastellAzzara e Selvena, che poco
dopo vengono riconquistati. (A. Verdiani Randi)
1555 — Resa di Siena e
Montalcino;le terre dell’Amiata seguono le sorti dello stato senese ad
esclusione della contea di Santa Fiora della famiglia Sforza.
1576 — Mario Sforza affitta la
miniera del vetriolo di Selvena a Bernardina Passaro, mercante di Roma.
(Doc. R. Merli)
1600 (Primi anni) — Alla contea
di Fiora appartengono i suddetti luoghi “tutti annessi e incorporati.
Santa Fiora, terra, Castell'Azzara, terra; Selvena, villaggio con rocca
fortissima et in detto luogo l'edifizio, ove si fabbrica il vetriolo”.
(M. Romei)
1633 — 9 Dicembre— Il feudo di
Santa Fiora, comprendente ormai soltanto le terre di Santa Fiora,
Castell'Azzara e Selvena, viene venduto dal conte Mario Sforza al gran
duca di Toscana. La transazione viene stipulata per il prezzo di
466.000 ducati.
1674 — 27 Febbraio — Il conte
Federico II Sforza sposa donna Livia Cesarini, erede dei ricchi
patrimoni dei Savelli, dei Peretti e dei Cesi, dando inizio alla
dinastia degli Sforza Cesarini. (I. Corridori)
1744 — Morte di Giuseppe Sforza
Cesarini, duca di Segni e conte di Santa Fiora.
1750 — 3 Dicembre — Il feudo di
Santa Fiora gode di particolari privilegi anche dopo la promulgazione
della legge granducale (1749); infatti Francesco II di Lorena, con
apposito rescritto granducale, oltre ad un certo numero di
agevolazioni, consente che il feudatario possa continuare a:
— esigere la tassa di 5 paoli per famiglia dai vassalli di Santa Fiora,
Selvena e Cortevecchia, oltre alla tassa delle zappe e 21 scudi romani
da parte degli abitanti di Castell'Azzara;
— continuare a disporre totalmente delle miniere nella sua
giurisdizione. (G. Caciagli).
1750 circa — Le rocca di
Selvena fornita di “machio di pietra conce e merlata con una sola porta
e ponte levatoio ...” “... in parte rovinata serve per granai del
signor Duca ...”. (A.Pecci)
1770 — 1779 — Nell’elenco della
“nota degli edifizi e fabbriche che esistono nel feudo di Santa Fiora
riguardanti … il dominio utile di detto feudo” (alla voce Selvena), tra
le altre voci si trova scritto: “magazzini di grano annessi al Palazzo
Feudale”... n° 1. (Doc. R. Merli).
1773 — 14 Marzo — Il “castello
di Selvena”, secondo la descrizione di Pietro Leopoldo, scritta in
occasione del suo viaggio alla provincia inferiore dello stato senese,
“è mezzo distrutto, è del duca Sforza Cesarini del feudo di Santa Fiora
ed è, di area pessima.” (A. Salvestrini)
1773 — Nascita di Francesco,
l'ultimo dei conti Sforza Cesarini di Santa Fiora. (I. Corridori)
1787 — Aprile — Maggio — Il
diario scritto da Pietro Leopoldo durante uno dei suoi viaggi
sull'Amiata menziona Selvena che “fa” 150 anime. (A. Salvestrini)
1788 — Abbattimento della
chiesa fondata da Tomasia nel 1238 — che si affiancava alla rocca di
Selvena. (G.B. Vicarelli)
1789 — Il castello di Selvena
ed il suo fortilizio sono semidistrutti ed abbandonati. (E. Santi)
Fine XVII sec. - Il granduca Leopoldo sopprime tutti i privilegi del
feudo di Santa Fiora indennizzando il duca Francesco Sforza Cesarini
con una rendita vitalizia equivalente e col mantenimento dei titoli
nobiliari. (G. Cagiagli)
1845 — La Parrocchia di San
Nicola a Selvena conta ottocentoventotto abitanti. (F. Repetti)
1855 — Il castello è ridotto a
villaggio con chiesa plebana (San Niccolò). Si trova nella
giurisdizione civile di Santa Fiora, fa parte della diocesi di “Soana”
e del compartimento di Grosseto. (E. Repetti)
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